A cosa ti fa pensare Il bambino sull’autobus?
A cosa ti fa pensare Il bambino sull’autobus?
A cosa ti fa pensare un bambino? Con i suoi occhiali di plastica così grandi e appannati, il grosso telaio, le lenti larghe e sporche, come le sue dita che toccano tutto, e da quegli occhioni osserva il mondo, gli piace guardare fuori dal finestrino e con il ditino indicare le cose importanti, cosa sono quelle cose così importanti di cui ci dimentichiamo? Non si siede, si mette in piedi sulla sedia per stare più comodo, mentre l’anziana nonna… gli vuole bene, ma non sa che non durerà a lungo, per lei presto la morte sopraggiungerà. Cosa farà il bambino senza di lei? Sarà il momento di crescere?
Di togliersi i calzoni, la maglietta di morbido cotone infantile? Quel musetto di stupore ingenuo che fine farà? Piccolino… ma non per sempre.
Ti ho visto salire sull’autobus e ti ho sorriso, poi ci siamo messi la mascherina, in questa calda settimana di ferragosto. Vuoi andare al mare? E dove sono i tuoi amichetti? Ti piace la scuola? O preferisci giocare?
Candido, davvero candido, c’è una vita che vivi ed un’altra che ti aspetta: sono la stessa? Prima o poi morirai anche tu!
Ma intanto, goditi il tuo viaggio sulla linea 14, io scendo. Sappi che ti ho voluto bene.
Sceso dell’autobus, vedo un bambino africano che a malapena camminava a due zampe… la mano la dava al papà, sarà contento? Il padre al presente, lui al futuro.
Certo dolcezza.
Ma dimmi: a cosa ti fa pensare un bambino?
Solitudine.
I bambini sono soli seppur non solitari.
Malinconia? Nostalgia?
No, al massimo dolore cosmico o stanchezza del mondo.
I bambini sono qualcosa di ossimorico, da un lato tentano di sciogliere il nodo dell’emotività, dall’altro ti massacrano
Loro sono soli, tu sei solo.
E come diceva Piero Ciampi:
“Figli, vi porterei a cena sulle stelle, ma non ci siete”.
A cosa ti fa pensare il bambino sull’autobus?
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